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E l’uso che in certi casi le dittature fanno del calcio non invalida il gioco, la forza magica della sua bellezza e della sua emozione. La divisa dell’Olanda all’Europeo (vinto) del 1988 anticipò la moda dei pattern pazzi che si sono susseguiti negli anni ’90 sulle divise da gioco, moda peraltro ripresa anche dalla Spagna nel 2016. Il nostro uomo copertina non poteva che essere Marco Van Basten, autore di Europeo a dir poco strepitoso che gli valse tra l’altro il Pallone d’Oro e che col suo gol da cineteca in finale con l’URSS trascinò la sua Olanda alla vittoria finale. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Così, proprio per ragioni di cultura e di storia, il calcio di alcuni popoli è fondamentalmente in prosa: prosa realistica o prosa estetizzante (quest’ultimo è il caso dell’Italia): mentre il calcio di altri popoli è fondamentalmente in poesia. Il risultato parla chiaro sull’andamento dell’incontro, qualche equivoco nasce invece dalle ricostruzioni a posteriori, in particolare dalla memoria di Bertolucci che riferisce di un 19 a 13 e di un Pasolini che abbandona il campo stizzito per non essere stato coinvolto nel gioco dai compagni più bravi di lui.

Io l’ho conosciuto a Roma, a Porta Portese, su un campo il cui fondo era di carbon fossile». Ne parlava il poeta Giovanni Giudici qualche mese fa, in un convegno sul tema della malinconia in svolgimento al Teatro Argentina di Roma, dove nel pomeriggio avrebbe dovuto leggere una scelta dei suoi versi. Per la terza maglia, infine, la scelta è caduta sulla tinta blu Royal, colore in linea con quello istituzionale di Mizuno. Però uno così manco in terza categoria… Da una terza maglia passiamo a una divisa che rappresenta la quintessenza della tradizione, un’associazione automatica come quella tra il Celtic e le bande orizzontali biancoverdi. Al primo posto non potevamo non mettere la maglia del Boca Juniors stagione 80-81, guarda caso, primo e unico anno in cui la Bombonera ha potuto godere delle magie di un certo Diego Armando Maradona. A Napoli hanno preferito investire 5 milioni di euro per un mediocre portiere come Rafael (non me ne vogliano gli amici napoletani, avrà fatto anche vincere una Supercoppa ma fra i pali è da brividi) piuttosto che coltivare in casa un talento cristallino come Sepe, un anno più giovane del brasiliano e grande protagonista nell’Empoli di Sarri.

Quattro le maglie presentate, la prima è verde per il portiere e questa, come le altre indica una precisa di coniugare la cultura giapponese a quella italiana. Le maglie replica sono meno dettagliate e il tessuto acrilico le rende anche meno traspiranti, mentre le maglie ufficiali sono in tutto e per tutto uguali a quelle indossate dai calciatori. Per quanto riguarda i club europei degli altri campionati, i nostri più prestigiosi sono sicuramente Barcelona F.C. CRAVATE s. f. Goletta: fra’ nostri soldati cravattino. Ci sono andato in una grigia giornata torinese con Mario Soldati. Soldati che andavano innanzi a pigliar lingua del nemico. Vogliamo divertirci a definire l’unità minima della lingua del calcio? Il calcio dei funamboli, dei poeti estremi del prato verde, di una rinnovata immaginazione al potere. «Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l’eros, per me il football è uno dei grandi piaceri». Sarà lo sponsor tecnico, sarà lo sponsor commerciale, sarà che la maglia crociata l’abbiamo già rispolverata, sarà che Copa Football ha fatto la maglia del ’65 che mi fa impazzire, non lo so, ma è davvero necessaria un maglia dedicata ai 110 anni? Secondo Football Fanatics, una maglia da calcio Nike taglia 48 si adatta a un petto da 51 pollici.

Tra Pietralata e Monteverde imbattersi in una “partitella” doveva essere cosa abituale e Pasolini partecipava, secondo la testimonianza di Ninetto Davoli («Ogni volta che sentivamo il rumore di un pallone ci fermavamo e cominciavamo a giocare»), sempre volentieri e con un’accensione di entusiasmo, maglie del manchester city una sorta di piacevole impellenza alla quale era ben facile arrendersi. Così la cronaca apparsa su “La Gazzetta di Parma” qualche giorno dopo la partita, resoconto aperto da un titolo incentrato proprio sulle fogge inusuali delle uniformi sportive ideate dalla Magrini: Bertolucci batte Pasolini (5-2) grazie ai calzettoni psichedelici. Chi non conosce il codice del calcio non capisce il “significato” delle sue parole (i passaggi) né il senso del suo discorso (un insieme di passaggi). Intanto ti avverto che domenica il mio cuore è a Milano, insieme a quello grassoccio di Volponi: tutti e due a palpitare fino sull’orlo della trombosi. L’ultima partita a cui ho assistito, è stata la partita tra il Torino e l’Inter, due o tre domeniche fa. Quella domenica, il Bologna ha perso (ho l’impressione, immeritatamente, con la Roma di Herrera) per due a uno.